LA NASCITA DI ENEA

I nonni di Ascanio

LA NASCITA DI ENEA

Sappiamo dalla mitologia che Enea era un semidio, figlio del pastore Anchise e della dea Afrodite.

Per il figlio di Enea, il giovane Ascanio, Anchise e Afrodite erano insomma i nonni.

La mitologia greca (Inno Omerico ad Afrodite) ci racconta che la Dea, non volendo svelare la sua vera identità, si presentò al bellissimo e giovane Anchise sotto le sembianze di una principessa frigia. L’inganno riuscì, così la più bella delle divinità dell’Olimpo poté giacere, nascondendo a tutti, e soprattutto alla gelosia di Zeus, la propria identità.

Giacque cosi per una notte con il giovane pastore, svelandosi nella sua vera identità solo dopo l’unione. Da questa unione nacque Enea.

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L’unione con Afrodite costò però gravi sofferenze al povero e ignaro Anchise. Ebbro di vino, durante un banchetto, rivelò agli altri commensali l’unione segreta e indicibile. Lo udì però Zeus, geloso e irascibile e lo punì, severamente quanto ingiustamente agli occhi di noi umani, scagliandogli contro un fulmine e lasciandolo zoppo e piegato in due.

Lo stesso nome Anchise, che secondo l’etimologia greca si riferisce al suo essere “curvo”, indica l’esito della punizione divina.

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Le divinità dell’Olimpo erano davvero imperscrutabili e lontane dalle idee di giustizia e temperanza che governano le comunità umane più evolute.

Molti studiosi nel corso dei secoli, dall’antichità ad oggi hanno raccolto le innumerevoli versioni dei miti classici e si sono interrogati sulla natura degli dei secondo gli antichi.

Nel caso dell’unione tra Anchise e Afrodite, celebre è l’opera, parte di un più ampio ciclo di affreschi, che fu commissionata al grande pittore Annibale Carracci, il quale eseguì il dipinto nel Palazzo Farnese a Roma tra il 1597e il 1600. Splendida è la scena che raffigura i “nonni di Ascanio”, Anchise e Afrodite in procinto di giacere insieme nello stesso letto, sorvegliati da un aggraziato Eros. Il Carracci raffigura Anchise nel gesto di sfilare il calzare dal piede di Afrodite al cospetto della figura di Eros.

Alcuni studiosi hanno voluto collegare il dipinto murale al matrimonio di Ranuce Farnese, fratello del cardinale Edoardo Farnese, e Margherita Aldobrandini. La scritta “Genus unde Latinum” (Eneide, I, 6) ricondurrebbe l’unione delle due nobili famiglie alla grandezza di Roma. Qualcuno vi ha visto anche un’allusione ironica: un augurio agli sposi di generare una prole destinata a grandi gesta attraverso il riferimento alla legenda della notte trascorsa tra Afrodite e il giovane Anchise nella regione della Troade.

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