IL LIDO DEI CICLOPI
L’Etna e l’incontro con i Ciclopi
IL LIDO DEI CICLOPI
Durante il loro lungo viaggio nel Mediterraneo, i troiani attraversano il golfo di Taranto, passano davanti al santuario di Hera Lacinia (oggi Capo Colonna in Calabria) e arrivano a Cariddi, dove riescono a sfuggire al pericoloso vortice, situato nello Stretto di Messina.
La sera, affaticati e ignari, sbarcano sul lido dei Ciclopi, dominato dalla massiccia e minacciosa mole dell’Etna. Fosche nubi di fumo preannunciano che il vulcano è in eruzione: rifugiati in un bosco Enea e i compagni assistono al grandioso spettacolo del monte che, fra sinistri boati, si scuote e vomita lava infuocata.
All’alba i troiani incontrano un uomo terrorizzato e coperto di stracci: è il greco Achemenide, dimenticato in quel luogo da Ulisse nella furia della partenza. L’uomo, rievocando la mostruosa crudeltà di Polifemo, esorta i troiani a fuggire. E infatti il Ciclope appare, gigantesco e orribile, con l’unica occhiaia vuota e sanguinante: Enea e i suoi si precipitano alle navi, portando con sé Achemenide, un tempo loro nemico ma ora compagno di viaggio bisognoso di aiuto.
Remando in maniera energica, e in preda allo spavento, prendono il largo, mentre Polifemo entra in acqua tra le onde e tanta di afferrarli con la sua mano enorme. Quando si accorge che ormai i troiani sono riusciti a fuggire, Polifemo lancia un urlo così potente da far tremare il mare e la terra. A quel grido accorrono gli altri Ciclopi, ma fortunatamente Enea e i suoi sono lontani e non possono essere raggiunti.
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